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lunedì 16 maggio 2016

V I S T D A L E I - "I giovani del XXI secolo"

Mi rallegro con tutta me stessa di aver trascorso la mia gioventù in Austria dove vigeva un tipo di educazione riecheggiante il periodo Felix. Al ritorno in Italia, quel tipo di compitezza non l’ho più ritrovata, però la buona educazione esisteva ancora. E, tutto sommato, i padri svolgevano il loro ruolo nel modo classico di capo famiglia. Ai giorni nostri siamo tutti ammorbati dal malessere della maleducazione a tutti i livelli. E’ cominciato nel 1968 con il giustificare i cosiddetti “liberi istinti”. Da allora è andata di male in peggio. I genitori non sono più stati capaci di educare i figli e i loro figli ignorando le regole più elementari della buona educazione crescono ancor peggio i loro figli . Di male in peggio siamo arrivati ad oggi. E’ stato svilito il ruolo della famiglia, della religione, dell’amore e della gratitudine. I genitori vanno a litigare con i professori, con i presidi difendendo il nessun rendimento allo studio di figli allo sbando. I quali ammazzano i genitori con un frequenza terrorizzante. Non amano quei genitori troppo lassisti che hanno permesso loro tutto e più di tutto. Siamo in un’epoca sbagliata sotto tutti i punti di vista. I sentimenti non esistono quasi più. E come potrebbero esistere se da decenni non si insegna più la cosiddetta educazione sentimentale a maschi e femmine, le quali, da decenni,  hanno scambiato la libertà femminile con la libertà sessuale. E si sdanno al peggior richiedente dai tredici anni in poi senza alcuna protezione igienica e incoscienti dei contagi di Aids, blenorragie e quant’altri virus possono contrarre. A volte si legge che i ventenni di oggi vogliono cambiare completamente modus vivendi e fondare nuclei lontani dalle metropoli. Ma sono gruppuscoli che parlano senza agire. E restano sempre più a lungo in casa dei genitori. I quali oltre a mantenerli devono scontare i misfatti della loro incapacità di fare i genitori. Ei non possono recuperare una dignità: bisognava farlo allora quando erano piccoli. I figli hanno bisogno di affetto,  ma anche di molta severità. Ed è necessario fin dalla più tenera età insegnar loro a dare non soltanto  a prendere.

 m.alberini@ iol.it