Se ne parla da qualche decennio e per chi non lo
avesse capito si tratta di quell ’infiltrazione in tutti ranghi istituzionali e
non dei nipoti dei “padrini” che hanno conseguito Master a Harvard o anche a
Cambridge. E ora lavorano come magistrati, politicanti o anche assessori
regionali sovente molto più preparati del comune cittadino laureato “soltanto”
alla Bocconi. Sono inseriti nei poteri alti che affondano nella corruzione e di corruzione ammantano ogni azione
all’ interno del “sistema”. Roma, ovvio, è il punto focale dove agisce il
malaffare, ma si può dire ormai che in tutti i capoluoghi italiani il Secondo Stato agisce in tutti gli
affari importanti. Stiamo parlando di tangenti a tutti i livelli nei quali
s’infiltra la criminalità organizzata che per agire in modo proficuo ha bisogno
della guida di chi sta nei dintorni del governo e dei Ministeri. Siamo in molti
ad essere certi che mai l’Italia potrà uscire da questa melma vischiosa che si
attacca ovunque arrivi la politica.
In Provincia quando ci sono appalti di una certa
importanza, il Secondo Stato ha i suoi militanti ad assicurarsi quel “tot” che
sparirà mescolato a quello da distribuire ai “pesci” piccoli.
Qualcuno afferma che tra non molto l’Italia sparirà
inghiottita da un deficit insanabile dove il Secondo Stato diventerà il padrone
di quello che è rimasto del Bel Paese.
Non vogliamo credere a questa ipotesi da
fantapolitica, ma si sa da un pezzo ed é cosa certa che nel giro dei molti
soldi, l’affare si fa su tutto: appalti
comunali, affari delle aziende municipalizzate, emergenza abitativa, campi
nomadi, gestione degli immigrati.
Su questi ultimi il Secondo Stato guadagna cifre
enormi, molto più che con il traffico della droga (lo ha detto un famoso
indagato al telefono ad una sua collaboratrice.)
Finora è stato usato il silenziatore per mantenere con
il popolo un minimo di dignità.
Adesso invece è la voce assordante del popolo che sa
tutto, conosce le cosiddette magagne, le commenta ad alta voce ovunque e medita
di non andare a votare.
m.alberini@iol.it
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