Caro Premier,
noi cittadini comuni ci chiediamo quando le sue
promesse conclamate sui Media italiani ed esteri incominceranno a entrare in
vigore e non rimarranno come ora sulla carta.
Perché il dimezzamento dei permessi agli addetti
sindacali non è attuabile da subito?
Perché non si deve sapere se, con la soppressione
delle Province, coloro i quali andranno in pensione non verranno sostituiti
come logico?
Perché non si può sapere se le Regioni (che aumentano,
non si sa perché di continuo, gli organici) attingeranno al personale delle
Province? Lo stesso vale per i Comuni e per tutti i vari Enti statali a cominciare dall’Inps.
Ci saranno di certo un mucchio di impedimenti
burocratici, ma perché in questo caso non fare un decreto che azzerare tutto e
si riparte ex novo?
Perché si continua a parlare della miriade di Enti
inutili che si incrementano tutti i giorni e la Spending Review ne salva quasi
l’80 per cento?
A noi cittadini sorge di continuo il dubbio che lei
stia creando un fumo"europeo" dove qualche penna se l’è già bruciata. E il caso
della disputa con Barroso dove quello 0,5 richiesto dall’Europa non si è tramutato in 0,2, ma in 0,3 più
vicino alla richiesta. Questa non è stata una vittoria.
La continua diatriba con l’Europa non è un possibile
alibi per addossare i non risultati ai veti Europei?
L’Italia è un magma di pasticci però noi cittadini non
vediamo nella sua opera, almeno per il momento, tangibile semplificazione e
soluzioni anche se apprezziamo il suo turbinoso e faticoso stakanovismo sulla
scena politica: per fortuna ha la forza della gioventù.
Che cosa ne pensa di questa Italia dove l’ingiustizia
delle condanne di primo grado diventa giustizia nell’assoluzione di ultimo
grado (vedi Dolce e Gabbana, Gamberale, Berlusconi ecc.)? Dove le equipe
chirurgiche continuano a operare i
cadaveri dopo averne provocato il decesso?
E come giudica la nostra Peggiokrazia stratificata in
un secolo e mezzo che impallidisce in confronto con quella della UE, una giovincella
di appena cinquant’anni?
A proposito che fine ha fatto la legge elettorale?
Un vecchio proverbio contadino pavese dice così: “il
tempo e i signori fanno quello che vogliono”.
I nostri “signori” oggi sono i grandi burocrati.