cover blog M Alberini

venerdì 18 febbraio 2011

VISTO DA LEI - “Maurizio Belpietro, uomo bionico antiproiettile”

Cara Mariella Alberini,
il suo passaggio da Il Giornale con  la rubrica “Visto da lei” ad Affaritaliani.it  mi ha molto incuriosito anche perché sono suo lettore affezionato dal 1995. Poi le collaborazioni con Feltri, Belpietro e Sallusti mi hanno spinto a chiederle di raccontare questi personaggi del giornalismo di destra secondo il suo punto di vista. Adesso  manca Belpietro, un giornalista per molti anni  vice di Feltri e adesso direttore di Libero insieme a lui nelle vesti di editore. Ma quella piccola guerra di antica data tra loro? A questa domanda lei non mi ha risposto…
B.A. – ricevuto via e-mail

Carissimo lettore,
se quell’ipotetica pallottola, sparata nell’atrio del condominio dove abita Belpietro lo avesse colpito sul revér del suo impeccabile doppiopetto, sarebbe rimbalzata addosso allo sparatore poiché Maurizio mi appare come  un uomo bionico forgiato in materia sconosciuta e invulnerabile. Quando collaboravo a L’Indipendente era lui in qualità di caporedattore centrale che approvava i miei articoli. Ricordo toni di voce di estrema affabilità: sempre disponibile al colloquio telefonico con me all’epoca responsabile e creatrice del primo Ufficio stampa Lega Nord. Che tempi, amico mio! Si lavorava come bestie 15 ore al giorno e suppongo facesse altrettanto Belpietro a L’Indipendente come lo aveva fatto all’Europeo, il settimanale rilanciato a tirature vertiginose dalla famosa coppia Vittorio-Maurizio. Insomma per molti anni ho avuto la convinzione che lui fosse una sorta di agnello, riprogrammato in versione tosta per esigenze di redazione. In realtà è sempre stato un incursore di pasta dura che agli inizi della sua ascesa verticale ha saputo muoversi con estrema destrezza. Quando diventò direttore de Il Giornale impiegò tre anni per sminuzzare “Visto da lei” fino all’estinzione. Perché? Non lo so. Forse era un’invenzione di Vittorio che gli stava sui cabbasisi oppure voleva quello spazio per qualcuno dei suoi discepoli. Fatto sta che passai a Libero, sul quale la rubrica continuò per altri 5 anni. E adesso lei vorrebbe le spiegassi la piccola guerra  decennale fra lui e Vittorio-padre. In sintesi semplificata: rivalità fra star a capo di due quotidiani della stessa “chiesa” politica con trattato diplomatico di pace per diventare soci editori. Così fan tutti.
m.alberini@iol.it                                                www.mariellaalberini.it

lunedì 14 febbraio 2011

VISTO DA LEI - “Vittorio Feltri, il Dio padre.”

Cara Mariella Alberini,
il pezzo su Sallusti era intrigante e l’ho molto apprezzato. Adesso, dato che l’ho sempre seguita su Il Giornale e su Libero, vorrei chiederle di scrivere il suo punto di vista su Vittorio Feltri. I suoi ultimi balzi da Libero a Il Giornale e ritorno mi hanno lasciato perplesso. E quella piccola guerra di antica data tra lui e Belpietro? Lei cosa ne pensa?
B.A. – ricevuto via e-mail

Gentile B.A.,
vedo Vittorio Feltri seduto al centro come Dio padre: alla sua destra c’è Maurizio Belpietro mentre a sinistra non c’è più Sallusti. Un giornalista speciale Vittorio Feltri: ben note le sue capacità straordinarie per far decollare in verticale le tirature dei giornali che dirige. Per ottenere certi risultati ha creato una sorta di cronaca investigativa che gli ha attirato vari fulmini anche da parte del mistico Stato.  Diciotto anni di collaborazione e un rapporto, credevo io, di amicizia e di stima reciproca. Ma, si sa, anche un dio ha strani balzi di umore e Vittorio sovente cambia idea, si annoia e tende ad ascoltare voci gracchianti. Come tutti i rari geni compresi, ormai all’apice della parabola, si concede  capricci da primo-uomo, incluso quello di passare dalla simpatia all’antipatia senza apparenti causali. Così si potrebbero spiegare le recenti passeggiate fra un quotidiano e l’altro o forse ci sono state altre segrete trattative. Intendiamoci la sua celebrità è indiscutibile. Come l’alto gradimento femminile per il quale, equanime, coglie ciascun fiore gli si presenti anche se talvolta il bouquet è così voluminoso da  creargli qualche imbarazzo. Le favorite di turno devono essere dotate di rara pazienza. Non vediamo l’ora di leggere quello che scriverà quando potrà liberarsi dall’assurdo bavaglio applicatogli. Insomma, anche a lui la fama pone qualche dazio. Benché dotato di un sense of humor direi unico, può diventare di umor nero da un momento all’altro: peccato! Delle nostre sporadiche chiacchierate serbo un ricordo sorridente. Le  prefazioni a due dei miei tredici libri pubblicati sono brani di eccellenza e di apoteosi per l’umile cronista. Con il solito talento,   ha saputo tratteggiare in sintesi ustionante presidenti della Repubblica e numi dei poteri forti. E adesso, caro Vittorio, da editore di Libero ti siano propizi gli alisei.
m.alberini@iol.it                                            www.mariellaalberini.it

venerdì 11 febbraio 2011

VISTO DA LEI - Alessandro Sallusti, cuore di tenebra”

Cara Mariella Alberini,
tra le figure emergenti del giornalismo italiano c’ è Sallusti che furoreggia nelle trasmissioni politiche in TV del quale però non sono riuscito a farmi un’idea come persona. Ma forse lei che ha lavorato a Libero e a Il Giornale con lui potrebbe darmi un ritratto scritto con la sua abituale schiettezza?
B.A. – ricevuto via e-mail

Gentile lettore, è vero: ho collaborato a Libero e a Il Giornale durante la vicedirezione e direzione sallustiana per circa sei anni. Come al solito cercherò di essere molto sincera.  Ma le dirò che Alessandro Sallusti non è persona di facile comprensione. Il suo aspetto vagamente dannunziano coincide con una estesa maschera che va da morbida gentilezza a dure prese di posizione nei confronti di chiunque gli si contrapponga  in Tv come in redazione. I più lo conoscono da giornalista lanciato da Feltri in un recente passato. Da buon lacustre di Como, il suo sguardo color del ghiaccio la dice lunga sulla quella scorza ruvida e tenace con la quale cela inevitabili fragilità umane. Di certo è un prolifico cuciniere di redazione  ormai arrivato ad una vetta che non dubitiamo possa diventare un ulteriore trampolino di lancio verso orizzonti più vasti. Da tempo frequenta le alte sfere italiche  e non disdegna accompagnarsi sovente con potenti signore rampanti. Di certo non è un direttore che si lascia scappare una sillaba di encomio per un articolo ben riuscito: è stato pubblicato con l’ovvio suo placet e ciò deve bastare al cronista solerte  che si fa il mazzo tutti i giorni nella speranza di strappargli un cenno benevolente. Difficile sbagli un bersaglio nei suoi “fondi” quotidiani. Quando è in televisione e segue impassibile i dibattiti cruenti, tipici di questi apocalittici giorni della legislatura, i suoi interventi concisi sono di pertinente efficacia. Non basta: quell’espressione glaciale può destare  l’interesse di un pubblico femminile che brama la tenebra nell’animo maschile ed è disponibile a soffrire la carenza di attenzione che questa nuova star del giornalismo italico polarizza sulla faticosa direzione di una testata ferocemente critica verso l’Opposizione. Che altro dire? Meglio non trovarsi nei paraggi quando è di cattivo umore. I nostri sinceri auguri, caro Alessandro.
m.alberini@iol.it                                  http://www.mariellaalberini.it/

giovedì 10 febbraio 2011

VISTO DA LEI - “Fiamme in Nord Africa”

Cara Mariella Alberini,
prima in Algeria poi in Tunisia adesso in Egitto sta divampando un fuoco di rivoluzione costellato anche di torce umane, al quale noi Italiani, occupati e preoccupati per le nostre beghe interne, abbiamo prestato sempre relativa attenzione. Anche qui il social network sta funzionando da diffusore di ribellione. Secondo lei che cosa ha fatto scattare di colpo questa rivolta popolare?
C.T. - ricevuta via e-mail
Carissimo C.T.,
non c’è da meravigliarsi troppo. Anzi, forse questa sommossa del popolo contro regimi ventennali cristallizzati e immobili riguardo ai problemi di questi Paesi è esplosa in ritardo. La grande povertà si contrappone alla ostentata ricchezza di un’oligarchia familiare formatasi all’ombra di dittatori ormai obsoleti. Peccato che Hosni Mubarak, allievo illuminato del grande Anwar Al Sadat, sia anchilosato in una sorta di letargo politico, privo di aperture verso le impellenti necessità di riforme e di avvio a quel benessere di stampo occidentale, al quale ormai tutti ambiscono. Il timore della successione al “trono” del figlio Gamal nelle prossime elezioni, a mio avviso, è stata una delle cause di questa dilagante ondata di rivolta che sta sommergendo l’Egitto. Non posso dimenticare l’estrema povertà di piccoli centri molto lontani dal Cairo dove la vita appare uguale a quella di cent’anni fa. Da tempo, il Rais avrebbe dovuto imporre riforme tali da portare il popolo ad un livello di vita più accettabile. La stessa situazione si può imputare al Presidente Ben Alì ormai in esilio in Arabia Saudita. Il quale, ai tempi del suo primo mandato, aveva riacceso le speranze dei Tunisini, sostenuto dall’Italia di Craxi che vedeva nel suo nuovo governo una sponda positiva sull’altra riva del Mediterraneo. Purtroppo è vero che il potere logora chi non lo l’ha, ma anche chi lo ha. Il miraggio della qualità di vita occidentale, da tempo diffusa dalla TV, ha generato un emigrazione massiccia verso l’Europa assai deludente per coloro i quali si sono trovati a soffrire privazioni e incertezze quasi peggiori che nel loro Paese. Adesso pretendono un cambiamento radicale da tutti ritenuto ampiamente possibile se illuminate riforme porteranno ad una distribuzione della ricchezza e a nuove iniziative imprenditoriali: ad esempio la creazione di sistemi per lo smaltimento dei rifiuti ecc.
L’attuale ambizione nel Nord Africa, e anche nel resto di quell’ immenso, ricchissimo continente da sempre governato da dittatori spietati e disonesti, consiste nel fatto che tutti vorrebbero vivere secondo i nostri canoni. Tra l’altro i pastori Vatussi indossano jeans e usano il cellulare.                                                                        

m.alberini@iol.it                                      www.mariellaalberini.it